Elaborazione ALe840+Le840

Nel 2005 Alessandro Pone si presentò alle Giornate Fiorentine con una riproduzione in plasticard di queste storiche elettromotrici – era la sua prima esperienza in questo campo – e subito dopo ne realizzò una serie mediante stampaggio in resina. Con la collaborazione di Marco Gallo (allora con il marchio Digitaltrain) realizzò anche un semplice telaio motorizzato, adatto allo scopo. Il telaio è formato da una guida a U al cui centro è alloggiato il motore, mentre i due carrelli sono fissati alle estremità ed entrambi collegati alla trasmissione mediante alberino e snodo cardanico. Essi sono ricavati da un modello giapponese (anche se più corti di 3 mm rispetto a quanto dovrebbero essere) e tuttavia i loro fianchi hanno già di per sé una discreta somiglianza con quelli delle nostre elettromotrici, tanto da non richiedere necessariamente una laboriosa sostituzione.

La cassa era stata realizzata a partire da uno dei tanti disegni reperibili in rete e sui testi, che riportano le viste laterali sia della motrice ALe che della rimorchiata Le.

Comprato il kit, dalla documentazione fotografica che ho subito raccolto mi sono però accorto che tutta la fascia dei finestrini aveva qualche cosa di strano. La cosa più sbagliata è che i due lati della cassa, in particolare tra i vestiboli e le estremità, sono stati stampati identici, mentre in realtà non lo sono, a causa della diversa destinazione degli spazi interni, come si nota giardando la vista in pianta. Ad una estremità infatti c'è il bagno e di fronte uno spazio per bagagli, che occupano un modulo di sedili, nel resto dello spazio c'è un modulo e mezzo. All'altra estremità ci sono due moduli di sedili e due mezzi spazi per bagagli. Ho provveduto perciò ad aprire i finestrini mancanti e a mettere i montanti mancanti realizzati in plasticard. 

Anche l'altezza dei finestrini è troppo bassa: essi devono avere la stessa altezza complessiva dei vetri delle porte ad anta. Pertanto sono stati tutti limati pazientemente sul lato inferiore. Purtroppo anche l’interspazio dei finestrini è sbagliato (cioè i finestrini dovrebbero essere un poco più stretti e quindi i montanti più larghi). A questo non ho potuto porre rimedio perchè avrei dovuto ricostruire ex novo tutta la fascia dei finestrini. La causa di questo grossolano errore deriva probabilmente dal facsimile usato da Alessandro per la riproduzione, un disegno pubblicato su TTM n.17 del 2004, riportato in scala 1:160 ma purtroppo sbagliato.

I finestrini del frontale, corretti come proporzioni, sono stati allargati per renderli più somiglianti al vero e rendere meno massicci i montanti tra di essi.

 

Altri pesanti interventi di correzione della cassa sono stati sotto le carenature frontali, troppo "vuote", che sono state "rimpolpate" con epossidico bicomponente, poi lavorato con lima, e sulla forma delle custodie dei respingenti. Le casse in resina erano infine più o meno “bananate” e per correggere il brutto effetto visivo ho  dovuto depositare sull’imperiale, verso le estremità, abbondante epossidico bicomponente, poi limato a misura. Prima di procedere alla verniciatura ho inciso gli sportelli del sottocassa, ed ho allargato anche gli scassi per i carrelli, rendendoli più uguali al vero.

Dopo la verniciatura di fondo e i vari strati di rosso, isabella e castano, dati ad aerografo con vernici nitro e previe le opportune mascherature, sono passato ai particolari:

  1. realizzazione ed incollaggio delle velette a tutti i finestrini, in acetato;
  2. evidenziazione in argento dei bordi dei predellini, delle maniglie, delle ghiere dei fanali;
  3. applicazione dei mancorrenti alle porte delle cabine e dei tientibene sul tetto;
  4. applicazione di fischi (tondino di ottone) e trombe (vecchia produzione ArMo);
  5. riproduzione accurata dei cavi AT sull’imperiale della elettromotrice, completi di sostegni, isolatori e casse varie (è stato prezioso fotografare il modello in grande scala ospitato al Museo di Oggettistica Ferroviaria alla Leopolda);
  6. applicazione dei pantografi simil tipo 42 forniti con il kit (hanno la diagonale in verso sbagliato) non essendo ancora disponibili le lastrine realizzate successivamente per l’eNNegozio;
  7. applicazione del mantice di intercomunicazione (fornito nel kit) su una estremità, dotata rispettivamente di barra ad occhiello e barra ad uncino per l’aggancio trai due rotabili;
  8. applicazione delle decal e verniciatura finale con trasparente nitro semilucido;
  9. applicazione dei vetri ai finestrini (acetato tagliato a misura);
  10. applicazione dei tergicristalli ai vetri frontali;
  11. applicazione di luci LED bianco/rosse reversibili alla testata priva del mantice;
  12. installazione di un circuito di riduzione della velocità per ottenere a 10 volt la velocità corrispondente al vero.

 
Dettaglio dei finestrini, con le velette


Dettaglio degli isolatori sull'imperiale


Captazione della corrente sulla rimorchiata, con sottile treccia di rame avvolta sugli assali, del tipo a singolo isolamento e montati in modo alternato.




I modelli finiti